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L'intervista di Lello Gala al Formez

lelluccioIntervista rilasciata da Lello GALA al FORMEZ nell’ambito del “piano di ascolto del territorio” per l’elaborazione di una Bozza di Strategia per il “Progetto Pilota dell’Alta Irpinia”

  1. Quali sono, a suo giudizio, i principali cambiamenti (non necessariamente negativi) che hanno interessato questo territorio negli ultimi 20 anni?

Il nostro territorio negli ultimi vent’anni non ha registrato nessun cambiamento, né in senso positivo nè in senso negativo. Dal mio punto di vista l’Alta Irpinia, archiviata la fase di stallo del post terremoto con tutti gli sprechi che ne sono susseguiti, nell’ultimo ventennio ha ripreso il trend negativo dell’emigrazione e quindi dello spopolamento; si è ritornati agli anni sessanta quando i nostri padri sono dovuti andare al nord o all’estero per cercare fortuna, con la differenza che in quegli anni del boom economico il lavoro al nord abbondava; oggi, invece, complice la grave crisi economica, scarseggia ovunque.

Il dramma maggiore di questo territorio è la mancanza di lavoro. E questo è un problema di sempre.

  1. Come vorrebbe che fosse il suo territorio nel prossimo futuro (ad esempio nel 2030)? Quale scenario futuro immagina e desidera per il suo rilancio?

Io immagino e spero che nel prossimo futuro il nostro territorio abbia la consapevolezza di sè e dell’importanza di salvaguardare da un lato, l’enorme patrimonio immateriale e materiale con un’ applicazione di azioni tecnologiche innovative sia nel campo del recupero sia nel campo dell’accoglienza, e dall’altro possa offrire la possibilità ad ipotetici imprenditori di investire e, quindi, di creare occupazione. Immagino la mia terra con una migliore qualità della vita, condizione questa essenziale affinché la gente possa ritornare a popolare i nostri paesi.

C) Su quali risorse locali (produttive, culturali, ambientali, umane) si può puntare per realizzare questa “visione preferita”?

Il nostro territorio ha un patrimonio culturale, ambientale e storico immenso, che non ha nulla da invidiare a nessuno, si pensi alle Terme di Villamaina, alle Mefite di Rocca S.F., all’Abbazia del Goleto, ai Parchi Archeologici, all’oasi naturalistica del Lago di Conza, al Museo Etnografico di Aquilonia, ai tanti Castelli ognuno con la sua storia, ai borghi antichi come quelli di Monteverde (uno dei più belli d’Italia) e Cairano, l’Altopiano del Laceno, per citare solo alcune delle nostre tante risorse senza considerare che abbiamo una natura incontaminata, un territorio immune da devianze o episodi malavitosi e non per ultimo un’ottima cucina.

Pertanto il nostro territorio non si deve inventare nulla, ha tutte le carte in regola per riscattarsi da solo, a mio giudizio bisogna da un lato valorizzare le tante eccellenze produttive che ci sono (es. l’EMA e l’ Altergon di Morra, l’OMI di Lacedonia, l’ACCA Software di Montella, la pasta Senatore Cappelli o la Birra artigianale Serro-Croce, le castagne di Montella, Il Carmasciano di Guardia dei L., il tartufo di Bagnoli etc.) e dall’altro incentivarne delle altre pur sapendo che ciò è difficile per tutta una serie di negatività che impediscono tutto ciò: infrastrutture inadeguate e servizi scadenti.

  1. Quali problemi e/o fattori impediscono la piena fruizione e valorizzazione di queste risorse?

Il fallimento che noi abbiamo registrato nel recente passato è dovuto, a mio giudizio, a tutta una serie di negatività:

  1. classe politica scadente e inadeguata (fatte ovviamente le debite eccezioni) che ha amministrato questo territorio negli ultimi anni;

  2. non è stata mai fatta una programmazione, nemmeno a breve termine, che tenesse conto delle peculiarità del territorio;

  3. quasi sempre le amministrazioni hanno ragionato in un’ottica di campanile e non di collaborazione;

  4. l’egemonia che Napoli capoluogo ha spesso e volentieri esercitato a scapito delle zone interne;

  5. l’utilizzo dei fondi pubblici quasi esclusivamente per interventi a pioggia che hanno provocato non pochi sprechi e clientele di vario genere.

  1. Come pensa che possano essere affrontati e risolti i problemi da lei segnalati, al fine di conseguire gli obiettivi di cambiamento e sviluppo che immagina per questo territorio? Questi problemi, a quanto è nella sua conoscenza, sono già stati oggetto di specifici interventi, piani, progetti? Se sì, con quali risultati? Cosa ha determinato, eventualmente, l’insuccesso o successo solo parziale degli interventi del passato?

A mio giudizio, per valorizzare le peculiarità innanzi citate e per eliminare il gap tra zone interne e zone costiere bisogna ottimizzare le risorse a disposizione, mirarle alle esigenze reali e non in astratto.

Se vogliamo sperare in un radicale cambiamento rispetto al passato, è assolutamente indispensabile dotare questo territorio:

    1. di un sistema viario efficiente e sicuro, e non mi riferisco solo alle strade, il sogno più bello da realizzare è che quello di rivedere il treno che negli anni passati attraversava gran parte dei paesi irpini (tratta Avellino- Rocchetta S.A.);

    2. un polo sanitario altamente specializzato per gli interventi di urgenza, in questo territorio, infatti, non occorrono ospedali con tutti i reparti attrezzati ma plessi sanitari che sappiano fronteggiare le emergenze;

    3. di una banda larga fruibile da tutti, oggi internet è alla base di tutte le nostre azioni quotidiane;

    4. di un sistema di videosorveglianza all’avanguardia;

    5. agevolazioni fiscali per chi ha il coraggio di investire e creare occupazione;

Altra componente essenziale ai fini del rilancio delle aree interne è quella di ricercare la collaborazione tra pubblico e privato.

E’ necessaria una sinergia tra queste due componenti con una presenza non troppo ingombrante del pubblico sulle azioni del privato; il primo dovrebbe essere di supporto al secondo e quest’ultimo dovrebbe operare al fine di interagire in modo più collaborativo con il primo senza vederlo come elemento di disequilibrio.

  1. In particolare, attraverso quali effetti concreti le soluzioni da lei prospettate possono invertire le tendenze in atto di spopolamento e sottosviluppo?

La strada maestra per rilanciare il nostro territorio è l’Unione dei Comuni; come recita il vecchio adagio: l’unione fa la forza.

Il reale cambiamento è auspicabile attraverso un utilizzo più oculato dei fondi pubblici, gli interventi devono essere mirati alle reali necessità dei cittadini-utenti, ciò è possibile attivando una sinergia tra i comuni nell’ottica del superamento della logica del campanile. Il territorio deve essere il perno di tutto, bisogna ragionare nell’ottica della “Città dell’Alta Irpinia” e l’unione dei comuni è lo strumento per superare queste barriere. Consorziare i comuni significa ottimizzare i servizi e diminuire i costi.

G) Quali soggetti – pubblici, privati, associativi, singoli cittadini – sono ritenuti particolarmente attivi nel promuovere un’idea di sviluppo di questo territorio? Quale potrebbe essere il loro contributo specifico alla costruzione ed attuazione di una strategia di sviluppo locale?

E’ risaputo che le idee migliori nascono dal confronto, meglio ancora quando a sedersi intorno ad un tavolo vi sono più protagonisti. Per raggiungere obiettivi importanti di crescita e di sviluppo c’è bisogno del contributo di tutti: istituzioni, imprenditori, associazioni e privati cittadini.

Pertanto tutti i c.d. attori locali devono essere protagonisti per ravvivare l’economia del territorio soprattutto quando le idee messe in campo hanno dei riscontri concreti sia nel campo economico e sia nel campo del sociale.

Anche i cittadini devono fare la loro parte, devono essere soggetti attivi e dare un contributo essenziale al cambiamento. Se oggi abbiamo una classe dirigente scadente a tutti i livelli è perché la gente è disinteressata e assiste passivamente alle scelte e invece dovrebbe riappropriarsi delle proprie prerogative. Le persone intelligenti, oneste, capaci di questo territorio hanno l’obbligo morale di occupare gli spazi decisionali, politici e non, che altrimenti, finiscono in mani sbagliate. Non bisogna lamentarsi e basta, bisogna, invece, essere protagonisti del proprio destino e non dare deleghe in bianco.

Infine la speranza maggiore io la ripongo nei giovani perché in fondo la vera scommessa che deve vincere il nostro territorio è quella di convincere i giovani a tornare. So di tanti nostri ragazzi che si sono distinti prima nello studio e poi nel mondo del lavoro, sarebbe bello, o se preferite un sogno, vederli parte attiva della crescita del nostro territorio.

 

P.S.: ringrazio il sindaco e la maggioranza consiliare per avermi scelto, insieme al dott. Di Pippa e all’arch. Tartaglia, quale rappresentante della nostra comunità per essere ascoltato ai fini della costruzione della “proposta di territorio” che sarà fatta dai tecnici preposti.

                                                                                                                                                                                                                                             Lello GALA

 

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