Sabato 8 marzo ricorre la festa della donna, anche quest’anno fiumi di parole scorreranno per celebrarla, mentre maltrattamenti ed abusi aggiorneranno da ogni parte del Paese la casistica della violenza di genere.
Per non parlare dei casi, tanti, troppi, che resteranno sotto il tappeto, schiacciati dalla paura della denuncia e dall’indifferenza del contesto sociale che quando non alimenta, tollera il perpetuarsi dell’odioso, criminale e ingiustificabile fenomeno.
Da decenni è in marcia un silenzioso e inesorabile processo di ribellione, condotto da donne (ma anche da uomini) che ci hanno messo – e talvolta rimesso - la faccia per provare a cambiare una società che nei suoi meccanismi più reconditi, e quindi più insidiosi, nasconde ancora molte trappole.
Ci sono anche le storie positive: quelle di donne in carriera ma anche di donne che silenziosamente moltiplicano le ore di cui è composta una giornata per fare le madri, le professioniste, le figlie, le mogli o le compagne della vita altrui e anche le volontarie, per non dimenticarsi di chi resta indietro. Milioni di storie per milioni di volti, ciascuna con il proprio segreto e con un finale ancora tutto da scrivere.
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Per intanto grazie del contributo ed auguri a tutte le donne.